Le due facce atomiche di Rumsfeld
Nel 2000, come presidente della Abb, forniva nucleare alla Corea del Nord, nel 2002 l'accusava di avere l'atomica
The Guardian-il manifesto. Denuncia del giornale britannico - a conferma del il manifesto il 5 febbraio - sul ruolo del ministro della difesa Usa: dal contratto di 200milioni di $ con Pyongyang all'accusa di terrorismo
MANLIO DINUCCI; a cura di Margherita Campaniolo
Ha fatto scalpore, tanto da essere citato perfino dal Tg1, l'articolo "Le due facce di Rumsfeld" pubblicato ieri dal giornale britannico The Guardian: esso ricorda che, appena tre anni fa, una società di cui faceva parte l'attuale segretario Usa alla difesa fornì reattori nucleari alla Corea del Nord, oggi condannata da Washington come "stato terrorista" dell'"asse del male". L'articolo acquista ulteriore rilievo alla luce della notizia, riportata ieri dal diffuso giornale giapponese Sankey Shimbun, che il negoziatore nord-coreano Li Gun avrebbe detto al vice-segretario di stato James Kelly, durante i colloqui dello scorso aprile: "Possediamo già due bombe atomiche. Allo scopo di fabbricare altre armi nucleari abbiamo già dato il via al riciclaggio del combustibile nucleare per avere il plutonio necessario". La storia è stata ricostruita dal manifesto tre mesi fa (Rumsfeld ha fornito nucleare a Pyongyang, 5 febbraio). Essa inizia quando - dopo essere stato segretario alla difesa nell'amministrazione Ford nel 1975-77 e, nel 1983-84, consigliere del presidente Reagan per i sistemi strategici nucleari - Donald Rumsfeld entra a far parte nel 1996 del consiglio di amministrazione della ABB (Asea Brown Boveri) Ltd., gruppo leader nelle tecnologie per la produzione energetica e l'automazione, con quartier generale in Svizzera e affiliate in oltre 100 paesi di Europa, Asia, Medio Oriente, Africa e Americhe. L'appartenenza di Rumfeld al consiglio di amministrazione della ABB risulta dalla biografia ufficiale pubblicata dalla Nato e dal comunicato ufficiale della ABB (Election of ABB Board members and Chairman of the Board, Zurigo, 28 febbraio 1996), in cui si evidenzia che Rumsfeld ha ricoperto il prestigioso incarico di segretario statunitense alla difesa.
Neppure tre mesi dopo che l'ex segretario alla difesa è entrato nel consiglio di amministrazione della ABB, il dipartimento statunitense dell'energia (Doe) annuncia, il 16 maggio 1996, di aver "autorizzato la ABB Combustion Engineering Nuclear Systems (C-E), una consociata interamente controllata dalla ABB (Asean Brown Bovery) Inc. con base nel Connecticut, a fornire una vasta gamma di tecnologie, attrezzature e servizi per la progettazione, costruzione, gestione operativa e mantenimento di due reattori che devono essere costruiti nella Corea del nord" (DOE Approves U.S. Involvement in the Construction of Reactors in North Korea, 16 maggio 1996).
Anche se si tratta di due reattori civili ad "acqua leggera" (light water), il dipartimento statunitense dell'energia - responsabile non solo del nucleare civile, ma anche della produzione di armi nucleari - sa che essi possono essere usati anche a scopi militari: reattori termici come questi, che funzionano a uranio arricchito al 4-5%, producono plutonio utilizzabile per la costruzione di armi nucleari. Inoltre, le conoscenze e tecnologie fornite possono anch'esse essere utili allo sviluppo di un programma nucleare militare.
Tutto questo lo sa anche Donald Rumsfeld, essendo stato segretario alla difesa e consigliere del presidente per i sistemi strategici nucleari. Nonostante ciò, egli sicuramente esercita la sua influenza per far avere alla ABB l'autorizzazione ufficiale statunitense a fornire tecnologie nucleari alla Corea del nord, nonostante che essa sia indiziata di possedere un programma nucleare militare. La ABB può così stipulare nel 2000 con la Corea del nord due contratti, del valore di 200 milioni di dollari, per la "progettazione, costruzione e fornitura di componenti per due reattori nucleari da 1.000 megawatt" (ABB to deliver systems, equipment to North Korean nuclear plants, Zurigo, 20 gennaio 2000). Al momento del contratto, Rumsfeld è ancora nel consiglio di amministrazione della ABB, da cui si dimette quando assume l'incarico di segretario alla difesa nell'amministrazione Bush, insediatasi il 20 gennaio 2001. Le sue dimissioni vengono comunicate dalla ABB circa un mese dopo (ABB announces proposed Board, share split, Zurigo, 19 febbraio 2001).
Successivamente, quando la vicenda torna a galla finendo sul settimanale Fortune (28 aprile 2003), Rumsfeld si chiude in uno sdegnato silenzio. Parla invece la sua portavoce Victoria Clarke, spiegando che "Rumsfeld non ricorda che il contratto sia mai stato discusso nel consiglio di amministrazione della ABB" e che, comunque, "non vi fu su questo alcuna votazione".
Ciò viene però smentito da un portavoce della ABB, il quale dichiara a Fortune che "i membri del consiglio di amministrazione furono informati del progetto", e da un altro che ripete la stessa cosa a The Guardian. Essi inoltre ricordano che Rumsfeld fu incaricato dalla ABB di fare pressioni a Washington per neutralizzare una società statunitense rivale, lamentatasi che il contratto finisse nelle mani di una straniera, e per convincere i contrari al progetto, tra cui Paul Wolfowitz, l'attuale vice di Donald Rumsfeld, cioè di uno dei principali esponenti dell'asse del bene.
Il Manifesto