Il segreto del Columbia
di Tom Bosco
Ormai da due o tre giorni, almeno da queste parti, il cielo è azzurro
e sgombro da strane nuvole come non lo ricordavo da tempo. L'atmosfera non è
proprio limpida, ma finalmente in lontananza si scorgono alcuni grossi
cumuli, quei sani cumuli che avevano ormai ceduto il posto a una costante
presenza di nuvole artefatte, il prodotto residuo dell'attività aerea legata
alla formazione delle misteriose scie chimiche. Ieri, osservando le immagini
meteosat alla televisione, l'Europa centrale si presentava quasi
completamente libera da formazioni nuvolose: era impressionante il "deserto"
sopra Francia e Germania. Curioso, mi son detto.
Ora, in questo arco di tempo si è verificata all'interno dell'alleanza
atlantica la più grave crisi da quando fu istituita la NATO. I paesi più
direttamente implicati nella controversia, quelli che si rifiutano di
avallare qualsiasi pretesto per attaccare l'Iraq e scatenare una guerra
dalle conseguenze imprevedibili, sono Francia e Germania, insieme al Belgio
e spalleggiati ora anche da Russia e Cina.
Ma cosa c'entra questo con l'apparente assenza delle "chemtrails"?
"Non lo so, però c'ho ragione, e i fatti mi cosano!", direbbe l'
assessore alle varie e particolari che imperversa a Zelig. Scherzi a parte,
non ho potuto fare a meno di ricordare un aspetto curioso legato al
fenomeno: la prima volta che questo è stato osservato e documentato sopra la
Croazia, fu il giorno dopo che questo paese aveva avanzato formale domanda
di adesione alla NATO; inoltre, gli aerei apparentemente più coinvolti in
questo genere di attività sembrano essere velivoli militari presumibilmente
appartenenti all'alleanza atlantica (KC-135, KC-10, etc.). Se
effettivamente, come sembra, l'attività è calata o è stata sospesa del
tutto, questo fatto potrebbe essere collegato con quanto sta accadendo
presso i vertici della NATO? Staremo a vedere cosa succede nei prossimi
giorni, ma spero vivamente di potermi godere ancora un po' questo cielo
azzurro...
Sia quel che sia, in questo momento il bel sole mi ha ringalluzzito,
così eccomi qui a scrivere due righe di commento su alcuni fatti.
Per cominciare, vi avevo promesso qualcosa in merito alla tragedia
dello Shuttle Columbia. Be', Yoichi Clark Shimatsu, che scrive per The
Laissez Faire Electronic Times, parla di una missione segreta e afferma che
l'astronauta israeliano Ilan Ramon fosse incaricato di spiare l'Iraq
utilizzando un apparecchio fotografico multispettrale, indispensabile per
poter ricavare immagini anche in condizioni di nebbia, forte foschia o di
notte, e incastrare eventualmente Saddam e i suoi presunti programmi di armi
chimiche con una "pistola fumante". In altre parole, si tratterebbe di una
tecnologia affine alla classica visione notturna all'infrarosso, ma
notevolmente più sofisticata. Questo speciale "telescopio" è stato costruito
dall'università di Tel Aviv e da una ditta statunitense, la Orbital Sciences
Corp. Il progetto di ricerca fu chiamato MEIDEX (Mediterranean-Israel dust
experiment). Ramon doveva effettuare osservazioni e scattare fotografie
degli aerosol atmosferici nell'area del Mediterraneo, usando apparecchi atti
ad operare nella fascia di luce ultravioletta, visibile e quasi-infrarossa.
I dati sono stati trasmessi direttamente all'università di Tel Aviv e all'
Istituto Israeliano di Biologia, centro dei programmi israeliani relativi
alle armi biologiche e i gas nervini. In pratica, grazie all'analisi
computerizzata delle immagini, si potrebbe verificare il contenuto dell'
atmosfera, e qualora i presunti laboratori di Saddam dovessero rilasciare
residui tossici (durante la lavorazione o la distruzione delle presunte armi
chimiche e/o biologiche), anche se avessero l'accortezza di eseguire tali
operazioni di notte o col cielo coperto, verrebbero immediatamente scoperti.
Il fatto è che per ottenere tali prestazioni dal telescopio MEIDEX, è
necessario sparare un raggio ad infrarossi estremamente potente, e questo
richiede energia; onde evitare il rischio di black-out energetici ad altri
esperimenti o alla stessa navetta, è stato necessario dotare l'apparecchio
di un generatore di energia autonomo. E la soluzione più ovvia è stata
utilizzare energia nucleare.
Ora, ricorderete tutti che le autorità e la NASA hanno ripetutamente
avvertito la popolazione di non toccare i detriti dello shuttle, perché
potenzialmente tossici. Sembra che il minuscolo reattore nucleare utilizzato
facesse uso di un esotico tipo di combustibile fissile, chiamato
americio-242, il quale necessita soltanto dell'uno per cento della massa
dell'uranio o del plutonio per raggiungere il suo stato critico. Le sue
straordinarie caratteristiche tecniche lo rendono il candidato ideale per i
progetti relativi a veicoli spaziali a propulsione nucleare, dato che
permetterebbe una estrema miniaturizzazione dei motori, ma naturalmente
anche al sistema d'arma spaziale comunemente noto come "Guerre Stellari",
tanto agognato dall'amministrazione Bush.
Per farla breve, stanno fiorendo interessanti ipotesi, pur se tutte da
verificare, che collegherebbero l'utilizzo di queste tecnologie all'
incidente stesso: man mano che emergeranno fatti rilevanti e concreti, vi
aggiornerò in merito.
E mentre da tutto il mondo piovono via internet e fax messaggi di
solidarietà al governo francese, come pure a quello tedesco e belga, per la
presa di posizione in favore di una soluzione pacifica della crisi irachena,
un insegnante americano al termine di una giornata di scuola ha trovato
questa poesia, scritta in un foglietto accartocciato da uno sconosciuto
studente di 16 o 17 anni:
Sono un americano
Sono un americano, credo nella libertà.
Sono un americano; vivo nel più grande paese del mondo.
Sono un americano, confido che il mio governo faccia quello che è
giusto.
Sono un americano; chiedo, "Cosa posso fare per il mio paese?"
Sono un americano, navigo impunito in rete.
Sono un americano, guardo 36 ore di televisione alla settimana.
Sono un americano, credo nei media che mi dicono la verità.
Sono un americano, il mio governo non mente.
Sono un americano; sto tutto il giorno in riga.
Sono un americano; faccio quello che mi dicono le autorità.
Sono un americano, ditemi cosa pensare.
Sono un americano, ditemi cosa credere, l'ho dimenticato.