Un gene per resistere alle radiazioni
I suoi effetti sono stati studiati sul batterio Deinococcus radiodurans
Alcuni ricercatori della Louisiana State University hanno identificato nel batterio Deinococcus radiodurans un gene che potrebbe essere respnsabile della capacità di questo organismo di sopportare alti livelli di radioattività. I risultati della ricerca sono stati descritti durante la terza conferenza ASM/TIGR sui genomi microbici.
"Quando il gene irrE non è funzionale - spiega il ricercatore Ashlee Earl - si ha un organismo molto sensibile. In assenza dell'irrE, una dose di radiazioni che normalmente non ucciderebbe il D. radiodurans provoca un tasso di sopravvivenza inferiore allo 0.001 per cento."
Il D. radiodurans è l'organismo più resistente alle radiazioni noto alla scienza, capace di sopravvivere fino a 1,5 milioni di rad, oltre 1000 volte più di qualsiasi altro organismo. In confronto, 1000 rad sono sufficienti a uccidere un essere umano. Per decenni i ricercatori hanno tentato di capire che cosa rende questo organismo così difficile da uccidere. Comprendere come esso sopravvive in condizioni così estreme potrebbe essere d'aiuto in molti campi, dalla bonifica dei siti contaminati da materiale radioattivo alla prevenzione dei tumori. Per definire meglio i meccanismi usati dal batterio per resistere alla radiazione, Earl e i suoi colleghi hanno studiato una versione mutante di D. radiodurans che non poteva sopravvivere ad alti livelli di radiazione. Si è visto così che questo ceppo possedeva mutazioni in due geni, fra cui irrE. Quando l'irrE è stato ripristinato, il batterio ha mostrato di nuovo la sua resistenza. Ulteriori studi hanno suggerito che il gene non è direttamente responsabile della riparazione del DNA a seguito dell'esposizione alle radiazioni, ma controlla altri geni che svolgono questo compito. http://www.lescienze.it/index.html