OSAMA, L'AMICO SEGRETO DI BUSH
Di Nicola Guarino
La televisione araba Al Jazeera comunica, smentisce e riconferma di essere
in possesso di un altro messaggio del leader di Al Qaeda, Bin Laden,
osannanante la "guerra santa". Tale messaggio conterrebbe parole di appoggio
ai fratelli iraqeni e sottolineerebbero il legame "presunto" tra la rete
terroristica e l'IRAQ. Tale "presunto" legame è stato usato strumentalmente
per preparare emozionalmente l'opinione pubblica ad una "guerra
d'interessi", il terrorismo spaventa perchè colpisce il comune cittadino
indifeso, "vedere" e far "vedere" un legame è sicuramente una buona mossa
per farsi appoggiare. Ma basterebbe studiare un po' di storia ed ascoltare
qualche giornalista corretto per comprendere come cio' sia soltanto
un'illazione. L'Iraq e Saddam non hanno mai appoggiato organizzazioni
integraliste proprio per difendere i propri interessi, infatti qualunque
integralismo avrebbe messo a repentaglio il regime "terroristico" che ha
permesso a Saddam di tenere unito un paese composto da minoranze etniche
molto diverse tra loro. Allora perchè Osama ne parla ? Per comprendere
bisogna risalire alla vigilia dell'11 Settembre. Alcuni eventi, sebbene
possa sembrare assurdo, a volte riescono ad essere utili per tutti.
All'epoca, l'amministrazione Bush era al minimo storico, Bush aveva
speculato su alcuni colossi economici riducendoli poi di fatto sul lastrico
come la Enron. Parte del paese poi nutriva già parecchi dubbi sulla sua
"rocambolesca" elezione, e un presidente in odore di empeachement non
avrebbe avuto alcuna possibilità di "prendere le armi". Dall'altra parte, il
mondo "integralista" dell'islam stava subendo come non mai negl'ultimi
vent'anni un "occidentalizzazione" eccessiva. L'11 settembre, con tutta la
tragedia conseguita, ha dato la possibilità a Bush di riprendere quota e ad
Osama di farsi paladino dell'Islam "integralista". Paradossalmente
quell'attentato è tornato "utile" a fedeli ed infedeli, infatti ha dato la
possibilità agli USA di "restaurare" il governo afgano e in un certo qual
modo è stato un volano per ricominciare a pensare al "riposizionamento"
dello scacchiere anche dell' IRAQ. Oggi, gli USA non sono appoggiati da gran
parte degli altri grandi paesi, e le argomentazioni e le "dimostrazioni" in
verità alquanto tendenziose di Powell non hanno sortito alcun effetto. Alcun
effetto puo' avere il "presunto" legame che non c'è tra Osama e Saddam.
Incredibilmente Osama si fa vivo , creando, forse, un documento che
"appoggia" la tesi degli interventisti, dando un pretesto agli USA e
mettendo in difficoltà Saddam che comunque è "vittima" (con i dovuti
parametri del caso) di un personaggio incontrollabile come Osama. Bisogna
infatti sapere che il mondo arabo non è così "unito" come lo si vuol fare
apparire. l'islam conta circa un miliardo di persone, alcune vivono nel
sultanato del Brumei (reddito pro capite milionario), altri sono egiziani,
altri addirittura professano la loro fede e cultura agli antipodi
dell'emisfero australe. E' solo la regione mediorientale, con tutte le sue
ricchezze petrolifere e la posizione strategica nello scacchiere
arabo-israeliano ad interessare e scatenare guerre d'interesse che
riguardano praticamente l'intero globo terrestre. Certo, paradossalmente
Osama, con i suoi interventi, sta' "spingendo" la causa americana proprio
nella direzione voluta cioè la guerra. D'altra parte Osama rafforza la sua
leadership "integralista" e in questo gioco "di forze", resteranno
schiacciati i "comuni mortali" inconsapevoli del destino che li aspetta
domani.