Dopo 31 anni dal lancio cessano i segnali della sonda: è a
12,2 miliardi di chilometri dalla Terra
NEW YORK - Il Pioneer-10 non risponde più all'appello. Dopo
più di 30 anni e miliardi di chilometri percorsi nello
spazio, la leggendaria sonda americana - la prima ad essere
uscita dal nostro sistema solare - è giunta al termine
della sua storica missione ed ora si appresta a scomparire
nella galassia.
"Dopo 31 anni di servizio ha cessato di trasmettere
informazioni - ha commentato il responsabile della
missione, Larry Lasher, dell'Ames Research Center della
Nasa - è stata una performance più che dignitosa per uno
strumento inizialmente progettato per durare appena 21
mesi. Credo proprio che nessuno potrà dire che con Pioneer-
10 non ci siamo rifatti delle spese", ha ironizzato lo
scienziato.
L'ultimo, debolissimo segnale lanciato dalla sonda alla
rete iperspazio del Jet Propulsion Laboratory (Jpl), è
stato ricevuto il 22 gennaio, quando Pioneer-10 si trovava
a 12,2 miliardi di chilometri dalla Terra. Il segnale ha
impiegato undici ore e 20 minuti a pervenire agli
scienziati della Nasa.
Ma dopo aver raggiunto una distanza pari a 82 volte quella
tra la Terra e il Sole, oggi si ritiene che Pioneer non
abbia più risorse per lanciare i suoi impulsi. Un altro
tentativo di contatto effettuato il 7 febbraio si è infatti
rivelato infruttuoso.
E così gli ingegneri della Nasa sono stati costretti a
mandare in pensione il loro emissario più remoto. Pioneer
potrà navigare indisturbata tra le stelle, portando ad
altri pianeti il messaggio inserito su un lato
dall'astronomo e scrittore Carl Sagan: una placca d'oro con
incisa una nota di buona volontà della specie umana, le
figure di un uomo e una donna e una mappa cosmica della
Terra.
Il suo straordinario viaggio era cominciato il 3 marzo
1972. Il decollo di Pioneer dalla piattaforma Atlas-Centaur
era avvenuto a una velocità record di 52.150 chilometri
orari: l'oggetto più veloce ad aver mai lasciato la Terra,
la sonda impiegò solo 11 ore per superare la Luna e 12
settimane per incrociare Marte, a 80 milioni di chilometri
di distanza. Ma quella che era iniziata come una missione
di soli 21 mesi per esplorare le lontane regioni del
sistema solare si è poi trasformata in un viaggio di
importanza scientifica e storica eguagliata solo
dal "rivale" Voyager. Nel 1983, Pioneer-10 è diventato il
primo oggetto fabbricato dall'uomo a lasciare il sistema
solare dopo aver superato l'orbita di Plutone.
La sonda è stata inoltre la prima ad attraversare la
cintura di asteroidi e la prima a ottenere immagini
ravvicinate di Giove e Saturno risultate di enorme utilità
per gli astronomi. "Pioneer è stata una pioniera nel vero
senso della parola - afferma Colleen Hatman, direttore del
Solar System Exploration della Nasa - si è avventurata in
luoghi dove nessun altro oggetto fabbricato dall'uomo era
mai stato".
Nel 1997, quando per molto tempo gli astronomi non
riuscirono più a captarne i segnali, Pioneer era stato dato
per morto. Ma si trattò di esequie premature visto che
all'improvviso la Nasa tornò a ricevere i suoi segnali.
Benché la missione di Pioneer-10 sia ufficialmente
terminata quell'anno, gli scienziati hanno continuato a
seguire la sonda nel quadro di uno studio sulle
comunicazioni per la futura missione interstellare Probe
della Nasa.
La sonda continuerà a dirigersi verso la stella rossa
Aldebaran, l'occhio della costellazione del Toro. Per
raggiungerla - a meno di infrangersi contro un corpo
celeste imprevisto - impiegherà ancora due milioni di anni
ed è destinata a sopravvivere alla Terra. "Anche dopo che
il Sole sarà diventato una enorme palla infuocata e
distruggerà il nostro pianeta - spiega l'astronomo David
Whitehouse - essa continuerà a vagare silenziosamente nel
cosmo. Per sempre".