C'è qualcuno là fuori?
Ufo: la scienza non ne esclude l'esistenza. E persino Bush... Ma insomma,
esistono o no gli extraterrestri?
"Forse la nozione che vi sia qualcosa lassù è più vicina alla realtà di
quanto non immaginiamo", parola di George W. Bush. Da non credere, il
presidente degli Stati Uniti e Saddam Hussein, protagonisti indiscussi della
pagina di storia che si sta scrivendo in questi giorni, hanno qualcosa in
comune oltre alle scarpe: gli alieni. Il primo, autore della fiduciosa
affermazione di cui sopra, ha stanziato alla vigilia della guerra dei
sostanziosi fondi per la ricerca delle prove della loro esistenza. Il
secondo, invece, è primo attore di una voce a metà strada tra politica e
fantascienza, voce che racconta di un'astronave schiantata nel deserto
iracheno che.
Meglio andare per ordine: l'idea di avere dei vicini di casa, da qualche
parte nell'Universo, continua ad affascinare. Ma, insomma, il dubbio non
vuole proprio sciogliersi. Una prova: piccola, anche piccolissima. Invece
niente. Teorie, avvistamenti, ricerche scientifiche, ufologi, scettici,
invasati: alien può già contare su un microcosmo terrestre, ma non si fa
vivo. Eppure l'ultimo bilancio del presidente Usa suggerisce che gli
extraterrestri possano esistere davvero, da qualche parte, e che scoprirli
possa essere soltanto questione di tempo. In un breve paragrafo intitolato
"Dove sono i veri alieni spaziali?", il documento sul budget di George W.
Bush afferma che molte importanti scoperte scientifiche degli ultimi decenni
- come quella dell'acqua su Marte e altri pianeti al di fuori del sistema
solare - indicano che i "mondi abitabili" nello spazio potrebbero essere
molto più numerosi di quanto si pensi. Se il presidente della più grande
potenza della Terra si preoccupa di spendere quattrini per trovare Et, forse
forse...
Intanto, a migliaia e migliaia di chilometri più a est, il quotidiano russo
online Pravda, proprio nei giorni della presentazione del documento
finanziario statunitense, pubblicava un lungo articolo dal titolo "Saddam
Hussein è in possesso di un Ufo?". Secondo la singolare teoria, durante la
prima Guerra del Golfo, nel 1991, le forze americane avrebbero abbattutto un
"oggetto volante non identificato" sopra il territorio iracheno, mentre
durante l'operazione Desert Fox, nel 1998, avrebbero avvistato un'altra
navicella. Ora, a condire il tutto con argomenti da romanzo di fantascienza,
l'articolo ribadiva che da tempo in Iraq circolano informazioni "sulla
presenza di alieni che sarebbero ospiti del rais di Bagdad". E qui viene il
bello. Gli Et sarebbero finiti in Iraq in seguito al presunto abbattimento
di un Ufo avvenuto sopra il deserto saudita durante l'operazione "Desert
Storm". Il colonnello russo Gregor Petrokov avrebbe visto la navicella
colpita da missili aria-aria di un F-16 americano. Dell'astronave, di foggia
rotonda e "di materiale mai visto, con iscrizioni sconosciute sul pannello
di controllo", si sarebbe impadronito niente meno che Saddam Hussein. Colpo
di teatro: la sua alleanza con gli alieni sopravvissuti, sarebbe la vera
ragione della guerra che Bush ha lanciato contro Bagdad.
Se la storiella così com'è non fosse abbastanza audace, la si potrebbe
sempre insaporire con l'ipotesi di Boris Shurinov, uno dei principali
esperti russi di Ufo. E se il famoso "Scudo Spaziale" voluto dal presidente
Usa non fosse rivolto contro i Paesi dell'Asse del Male ma contro una
minaccia cosmica? Secondo lui, non c'è nessun'altra apparente ragione logica
per spiegare un tale gigantesco progetto. Sarà. Intanto però, stanziamenti
finanziari e fantapolitica a parte, gli scienziati continuano a cercare una
prova del fatto che "c'è qualcuno là fuori". È il caso del progetto
Seti@home, gestito dall'Università della California di Berkeley: i
ricercatori useranno il radiotelescopio Arecibo, a Portorico, il più grande
del mondo, per osservare i 150 segnali di vita più promettenti tra quelli
provenienti dallo spazio. I dati raccolti, saranno poi suddivisi in migliaia
di computer domestici di tutto il mondo. "C'è una probabilità su 10mila di
trovare una civiltà aliena", spiega lo scienziato Dan Werthimer, a capo del
progetto, "sono ottimista: entro cento anni stabiliremo un contatto, ma
forse finora abbiamo cercato nelle direzioni sbagliate".