L’energia della piramide

L’irresistibile fascino delle piramidi ha generato una particolare credenza relativa al presunto potere di questi oggetti. Si tratta della cosiddetta "energia della piramide", una sorta di proprietà rigenerativa che scaturirebbe dalla concentrazione di forze sconosciute ma molto potenti.

Si dice che costruendo una piccola piramide in scala con quella di Cheope e ponendola sotto il proprio letto se ne trarrà un sicuro beneficio fisico. E se sotto la stessa piramide poniamo una lama usurata, questa tornerà affilata in breve tempo. Ma il potere della piramide si spinge anche più in là. La misteriosa energia sarebbe anche in grado di essiccare una pianta e disidratare pezzi di cibo.

A divulgare questa opinione sono stati Sheila Ostrander e Lynn Schroeder, due scrittori che in una loro opera hanno descritto gli esperimenti eseguiti da un radiotecnico slovacco, Karel Drbal, il quale consiglia di effettuare gli esperimenti suddetti con un modello che abbia un rapporto base-altezza di 1,5708 (detto anche mezzo pi-greco). La piramide secondo Drbal dovrebbe essere orientata verso il nord magnetico. Le lame da affilare invece dovrebbero avere un orientamento est-ovest se si desidera che la piramide faccia il suo effetto. Altri studiosi sostengono invece la necessità di porre gli oggetti il più vicino possibile al vertice.

In realtà gli esperimenti scientifici svolti per dimostrare la possibilità di affilare lame utilizzando una piramide hanno avuto risultati piuttosto deludenti. Il dottor Dale Simmons, un ingegnere di Toronto, ha realizzato numerose microfotografie di lame sottoposte a tale trattamento ma non ha riscontrato alcun miglioramento apprezzabile nella qualità delle stesse. Simmons ha fatto anche esperimenti con i fiori: ha posto alcuni campioni sotto un contenitore piramidale, altri sotto un contenitore di forma cubica, e alcuni li ha lasciati all’aria aperta. In tutti e tre i casi ha riscontrato il medesimo livello di disidratazione.